In questo sito proviamo a scoprire quei luoghi che, anche se si trovano in città colpite dal turismo di massa, sono ignorati dai percorsi solitamente attraversati dai turisti. Avete presente quegli articoli dal titolo: 10 luoghi da non perdere oppure 10 luoghi da scoprire? Ecco sto parlando proprio di questo, cioè la stessa Venezia, capitale mondiale del turismo di massa, ha i suoi luoghi che, anche qualora vi passaste davanti, non sapreste apprezzare perché non sono inseriti nelle guide di marketing turistico.
Mass vacation, le vacanze di massa
Il turismo di massa è un fenomeno che porta con sè diverse conseguenze che sono ben visibili sotto i nostri occhi ed in diversi contesti. Il turista predilige itinerari preconfezionati, imitando tanti altri prima di lui. La scelta della sua meta è dettata dalle mode del momento e, una volta chiusa la valigia, il viaggiatore appartenente a questa categoria non vuole altro che godere di un po’ di meritato relax.
All’atto pratico ciò significa che in un dato periodo ed in una data stagione, numeri significativi di persone visitano la stessa area. In molti casi il turismo di massa è anche un turismo economico: avete presente i pacchetti da 3 giorni e 2 notti all inclusive? Ecco, è proprio a quelli che questo target di pubblico tende ad approcciarsi. In sintesi quindi si pratica del turismo di massa quando si va a Rimini in estate, a Venezia in occasione del carnevale, a Disneyland o in altri luoghi similmente battuti dai visitatori e quando per far ciò si approfitta di sconti ed offerte.
Al turismo di massa si contrappone il turismo di nicchia, orientato alla ricerca dell’altro da sé, del culturalmente differente e del non da tutti conosciuto. In genere questo tipo di viaggio si incentra su valori quali il rispetto dell’ambiente e delle culture. Si tratta quindi di un approccio solidale, responsabile ed ecosostenibile che cozza un po’ dall’idea di viaggio organizzato.
Nascita del turismo di massa
Sino alla metà dello scorso secolo essere un turista significava appartenere ad una èlite. Non tutti i ceti sociali potevano permettersi il lusso di non lavorare per qualche giorno, di pagare il biglietto per il mezzo di locomozione o di soggiornare in albergo o in strutture ricettive in genere.
Soltanto in una fase storica appena posteriore il turismo divenne anche affare dei ceti più bassi. La crescente industrializzazione infatti aveva imposto l’adozione di stili di vita diversi rispetto al passato. Le possibilità dei ceti medio-bassi crebbero considerevolmente e si poté, poco alla volta, approdare al turismo balneare o a quello sportivo, a quello termale e culturale. Al giorno d’oggi, specialmente nei paesi industrializzati, la disponibilità economica è tale da rendere possibile per tutti un occasionale turismo di massa.
Sicuramente rispetto al passato è cresciuta la disponibilità di mezzi di trasporto sfruttabili. Visto l’aumento della domanda, gli addetti ai lavori hanno quindi elaborato ai giorni nostri dei veri e propri pacchetti turistici in cui sono spesso compresi i voli, i soggiorni in hotel ed un certo numero di attività accessorie.
Conosciamo la meta delle nostre vacanze?
Sì, in molti casi ci si reca in un dato posto anziché in un altro perché si vuol vedere un monumento, entrare in un parco divertimenti per salire su una attrazione ben precisa, visitare una data cascata e così via. Rispetto al passato insomma capita veramente di rado di andare da qualche parte senza avere la minima idea di come sia fatta la città e di quali siano i suoi punti di interesse. Anzi, sappiamo già prima di arrivare a destinazione quali autobus prendere per raggiungere il museo o la spiaggia, in quale punto del paese ha sede l’albergo scelto per alloggiare e così via.
Ciò ovviamente accade grazie alla presenza sempre più insistente dei media nella nostra quotidianità. In tutto questo ha poi un suo ruolo anche il marketing turistico che mette i rilievo i punti di forza di una data località, spesso spettacolarizzando le possibili attrattive del posto. L’uomo moderno non va in viaggio per esplorare e conoscere, ma per verificare e toccare con mano, per vivere le esperienze raccontate da altri e, perché no, per compiere delle scelte socialmente approvate in quanto di tendenza.
Qual è il senso di un viaggio?
Viaggiare non ha un unico senso. Ai nostri giorni si va da qualche parte per lavoro o in cerca di lavoro, per rilassarsi o per divertirsi, perché costretti da fattori contingenti o per puro piacere.
In ogni caso viaggiando, lasciando per qualche tempo la nostra terra, comprendiamo meglio altre realtà ed impariamo a scorgere delle piccole grandi differenze tra esseri umani, popoli e culture. Forse è proprio questo il bello del viaggio: comprendere ed accettare, sapere che nel mondo esiste il diverso da noi e che tutto sta in un perfetto equilibrio che non bisognerebbe intaccare.
Viaggiare significa abolire i pregiudizi ed imparare a rispettare gli altri, cambiare la propria indole ed il proprio modo di vedere il mondo. E questo poco ha a che vedere con la definizione di turismo di massa, culturale, stagionale e così via. Il turismo è sempre quello, il suo fine ultimo è sempre lo stesso. Ed anche oggi che di certo non viaggiamo più come si faceva in passato, alla meno peggio ed allo sbaraglio, visitare mete più o meno lontane ha un profondo valore conoscitivo, morale e formativo.