Cosa fare in caso di tifone in Giappone

I tifoni sono molto frequenti in Giappone e il travel blogger Alessio Deidda darà dei consigli molto utili circa i comportamenti da adottare in caso ci si trovasse coinvolti.

Che cosa sono i tifoni

I tifoni sono delle tempeste tropicali con andamento circolare che si verificano tra maggio e novembre. I fenomeni più frequenti sono venti forti, inondazioni e burrasche; per tale ragione tutte le località nipponiche si sono adeguatamente attrezzate per arginare i danni. Oggigiorno, a causa del riscaldamento globale, sono aumentati rispetto al passato. Ma cosa bisogna fare per evitare incidenti? Scopriamolo insieme!

Quali sono le caratteristiche principali di un tifone?

Il tifone (taifū in lingua giapponese) è un ciclone tropicale a bassa pressione atmosferica che si forma durante tutto il corso dell’anno nella zona Sud dell’Oceano Pacifico.

Il suddetto evento atmosferico si forma sul mare ed è capace di estendersi per diversi chilometri. I fenomeni legati a un tifone possono essere tuoni, piogge torrenziali e venti intensi, i quali possono durare anche per molte ore.

A differenza degli Stati Uniti che danno un nome a ogni uragano, l’agenzia meteorologica nipponica assegna ai tifoni un numero corrispondente all’ordine di manifestazione. Inoltre i tifoni, a seconda della forza e della dimensione, vengono classificati in cinque livelli. Fortunatamente oggi, grazie ai notevoli progressi tecnologici, è possibile prevedere l’arrivo di una tempesta e di limitare in maniera considerevole decessi e danni.

Si può viaggiare in Giappone nel periodo dei tifoni?

In Giappone i tifoni si manifestano da agosto e ottobre e in questo periodo è possibile viaggiare per il Paese, a patto che si prendano le dovute precauzioni non solo legate al buon senso, ma anche attenendosi alle istruzioni fornite dagli esperti. Solitamente tali fenomeni si verificano nelle isole meridionali oppure nell’Oceano e quando raggiungono le zone più turistiche hanno perso gran parte della loro potenza.

Per ricevere tutti gli aggiornamenti in tempo reale, si può scaricare Safety Tips, la App creata dal Ministero del Turismo giapponese JNTO. Quest’ultima ha lo scopo di fornire ai viaggiatori sia tutte le informazioni utili in caso di emergenza, sia gli indirizzi delle strutture sanitarie in cui il personale parla la lingua inglese.

Cosa fare in caso di tifoni in Giappone

Se ci si trova in Giappone e si riceve l’avvertimento che sta per arrivare un tifone, niente paura, poiché il più delle volte si tratta solo di un grande acquazzone e nulla di più. L’azione più giusta da compiere consiste nell’imitare i comportamenti dei giapponesi: se questi corrono al riparo, evitare di recarsi in luoghi aperti e di restare da soli, poiché, in caso di necessità, potrebbe risultare ben più complicato chiamare i soccorsi e chiedere aiuto.

A essere pericoloso non è il tifone in sé, bensì gli oggetti che, cadendo dall’alto, potrebbero arrecare danni a cose e persone. A tal proposito, in molte città giapponesi sono presenti delle strade dello shopping coperte, in modo che le persone abbiano la possibilità di camminare in tutta sicurezza. In alcuni casi sono stati inoltre scavati dei sotterranei che conducono in ogni angolo della località.

Se ci si trova invece in casa o in un altro luogo chiuso, chiudere accuratamente tutti gli infissi per evitare aperture accidentali e l’ingresso dell’acqua piovana. Non dimenticare inoltre di rimuovere da terrazzi e balconi tutti i vasi e gli oggetti mobili, in modo che non possano cadere e arrecare danni. Si rivela altrettanto prudente tenersi lontano da finestre e vetri ed evitare di rifugiarsi in tutti i luoghi particolarmente soggetti ad allagamenti, basti pensare a cantine, scantinati e seminterrati.

Non utilizzare ascensori per nessuna ragione, poiché, in caso di blackout, si rischierebbe di restare bloccati all’interno. Tenere la dovuta distanza anche da strade allagate, corsi d’acqua, linee elettriche e cornicioni, visto che il rischio di folgorazione è alquanto elevato.

Se occorre attraversare una superficie allagata, prestare la massima attenzione per non cadere all’interno di tombini scoperte, buche e discrepanze. Infine, prima di uscire all’aperto e proseguire il proprio viaggio, seguire gli aggiornamenti trasmessi in TV o alla radio per attendere il via libera.

I luoghi ad alto rischio tifone

I luoghi maggiormente esposi ad allagamenti e inondazioni sono quelli ubicati sottoterra. Pertanto, se ci si trova all’interno di parcheggi sotterranei, metropolitane e via discorrendo, abbandonarli non appena si avvertono i segnali dell’arrivo di un tifone. È altresì importante seguire le indicazioni del personale addetto per non creare confusione e situazioni di panico.

Manutenzione preventiva delle strutture

Una manutenzione a regola d’arte delle strutture può aiutare notevolmente a limitare i danni causati da un tifone. Si rivela innanzitutto fondamentale assicurarsi che sul tetto non siano presenti rotture e anomalie, specie su antenne della televisione, tegole e lamiere.

Non bisogna inoltre dimenticare di controllare l’assenza di crepe nei muri più le condizioni degli infissi, i quali devono sempre chiudersi perfettamente. Per quanto riguarda invece le grondaie, gli scarichi per l’acqua e le fosse biologiche, accertarsi che siano privi di ostruzioni.

Come comprendere la gravità del pericolo

Dato che non tutte le località nipponiche espongono avvisi e cartelli in lingua inglese, è bene conoscere preventivamente il sistema di livelli di pericolo, ossia:

  • 注意 報 (chuiho): indica un avviso e una possibilità di pericolo;
  • 警 報 (keiho): indica un allarme e una concreta possibilità di imbattersi in un pericolo.È dunque bene chiedere come comportarsi alle autorità competenti;
  • 特別 警 報 (tokubetsu keiho): significa allerta di emergenza e occorre pertanto rivolgersi subito alle autorità per ricevere le istruzioni di evacuazione.

Vocaboli per allerta tifoni e piogge

In caso di allerta d’emergenza, potrebbero verificarsi diversi fenomeni come alta marea, smottamenti di terreno, tempeste e alta marea.

Qui sotto vengono indicati alcuni termini:

  • 高潮 (takashio): alta marea;
  • 大雨 (oame): alluvioni e nubifragi;
  • 洪水 (kozui): inondazioni;
  • 暴風 (bofu): venti molto forti;
  • 大雨 土砂災害 (oame, dosha saigai): nubifragi e smottamenti di terreno;
  • 暴風雪 (bofu setsu): venti molto forti con bufere e tempeste
  • 波浪 (haro): pericolo di onde molto alte;
  • 大雨 浸水害 (oame, shinsuigai): nubifragi con inondazioni.

Nelle ultime due casistiche, se ci si trova nei paraggi di una spiaggia oppure del mare, allontanarsi subito in un luogo riparato e più alto del suolo come una collina o un palazzo.

Come comportarsi in caso di evacuazione

Gran parte dei tifoni in Giappone viene quasi subito considerata una tempesta tropicale, ma qualora mantenesse la sua forza, incombe la necessità di evacuare la zona. A tal proposito sono stati messi a punto i seguenti tre livelli di evacuazione:

  1. 避難準備 (hinan junbi): questo preavviso deve essere sempre tenuto a mente, specialmente se si hanno delle difficoltà motorie o si viaggia in compagnia di bambini/persone diversamente abili;
  2. 避難勧告 (hinan kankoku): si tratta di un avviso di evacuazione e se ci si trova all’interno di un’area a rischio, quest’ultima deve essere abbandonata quanto prima per ripararsi in un luogo più elevato rispetto al terreno;
  3. 避難指示 (hinan shiji): è un vero e proprio ordine di evacuazione immediato e occorre dunque attenersi alle istruzioni della polizia oppure degli addetti alla sicurezza.

Tifone in Giappone: cosa non fare

Al fine di affrontare un tifone nel migliore dei modi, è bene evitare alcuni comportamenti, in primis perdere la calma e agire in maniera autonoma, soprattutto se non si conosce la zona. Meglio dunque seguire il modus operandi dei giapponesi, i quali svolgono esercitazioni tutto l’anno e sanno perfettamente come agire.

Ricordare inoltre che gli ombrelli non servono a nulla, meglio optare piuttosto per un impermeabile capace di proteggere dalla pioggia. In più, visto che i tifoni durano massimo una giornata, uscire solo in caso di effettiva necessità, in modo da evitare di rischiare la vita o di farsi male.

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