L’isola di Terranova è un piccolo territorio emerso dalle profondità dell’Oceano Atlantico che guarda la costa orientale del Canada. Ad oggi si considera parte della provincia di Labrador e la sua popolazione conta circa 500 mila individui. La capitale di quest’isola è Saint John’s.
Giovanni Caboto scoprì l’isola di Terranova
Conosciamo l’Isola di Terranova perché Giovanni Caboto, un navigatore italiano, giunse qui insieme al suo equipaggio. Seguendo l’esempio del connazionale Cristoforo Colombo, tentò di individuare nuovi itinerari che aprissero la porta alle rotte verso nord-ovest. Un po’ come il genovese, chiese sovvenzionamenti ai regnanti di Spagna i quali però, nella persona di re Ferdinando d’Aragona, furono costretti a negare ogni aiuto all’intraprendente italiano.
Nel 1496 Caboto decise allora di stabilirsi in Inghilterra. Qui trovò in Enrico VII un sovrano più accondiscendente che, in breve tempo, gli mise a disposizione una piccola flotta grazie alla quale avrebbe potuto solcare i mari. Partendo da Bristol il 5 marzo del 1946, Caboto giunse sull’Isola di Capo Bretone e da qui avvistò le coste di Terranova.
Le coste dell’isola di Terranova furono calpestate per la prima volta soltanto il 24 giugno del 1497, almeno secondo la storia ufficiale. Si ritiene infatti che prima dell’esploratore italiano giunsero da queste parti Nicolò ed Antonio Zeno che, per qualche strana ragione, non formalizzarono la loro scoperta.
A prescindere da tutto questo, si pensò di dare a quest’isola il nome di Terra Nuova dato che nessuno fino ad allora ci aveva messo piede (forse). Giovanni Caboto quindi, in ossequio al suo finanziatore, piantò sulle sponde dell’isola una bandiera inglese e partì di nuovo alla volta di Bristol. Qui venne accolto con grandi onori ed il re gli concesse una rendita annuale.
Altre esplorazioni di Giovanni Caboto
L’impresa di Giovanni Caboto fu tanto epocale da spingere il re d’Inghilterra a ripetere il tentativo cercando di raggiungere e conquistare stavolta delle terre già note agli esploratori europei. In particolare il sovrano pensava al Giappone, allora conosciuto come Cipangu.
Il marinaio italiano non se lo fece ripetere due volte. Purtroppo però stavolta la sorte non gli arrise e, di lui e dei suoi 200 e più compagni di viaggio, non se ne seppe più niente. La flotta, così pensarono alcuni, raggiunse il sud della Groenlandia poi, forse per via delle condizioni meteo avverse, l’equipaggio ammutinò le navi per naufragare poco dopo nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico.
Secondo altri invece Giovanni Caboto si insediò con i suoi uomini in un’area non meglio precisata del Nord America. Del resto, quando altri esploratori giunsero a quelle latitudini, rinvennero negli accampamenti degli Indiani d’America alcuni oggetti forse di proprietà del marinaio italiano.
L’importanza di Giovanni Caboto, qualunque sia stata la sua sorte, è stata sin da subito riconosciuta un po’ in tutta Europa. A Gaeta, sua terra d’origine, si è pensato di intitolare all’esploratore italiano il locale istituto nautico oltre che il lungomare cittadino. A Londra invece abbiamo Cabot(o) Square, mentre Halifax è stata insignita del Leone d’Oro alla memoria del navigatore. Nel 1940 infine si battezzò con il nome dell’esploratore italiano persino un asteroide.